Enneadi – Plotino

Enneadi
Plotino

Le ”Enneadi” contengono tutti gli scritti di Plotino, ossia cinquantaquattro trattati, scritti fra il 254 e il 269, sistemati dal discepolo Porfirio in sei gruppi di nove trattati, donde il nome ”Enneadi” (dal greco ”ennea”, che vuol dire appunto nove). Molte pagine delle ”Enneadi” si collocano allo stesso livello delle più belle pagine di Platone e di Aristotele, e la storia dei loro influssi non è seconda a quella delle opere degli altri due grandi pensatori greci. Quando i Greci si sono interrogati sul senso dell’uomo nel suo più alto significato e valore, hanno risposto in maniera concorde che esso consiste nel ”contemplare”. Il ricercare la verità e il saper guardarla nel suo intero, traendo tutte le conseguenze che ne derivano, è la cifra emblematica del grande pensiero dei Greci. In Plotino la ”contemplazione” assurge a forza creatrice di tutta quanta la realtà. E proprio in questo consiste il messaggio più sconvolgente di Plotino all’uomo contemporaneo: l’uomo di oggi crede che la prassi possa mutare ogni cosa e salvarlo; Plotino spiega invece che la prassi è solo l’orma scomposta della contemplazione che svanisce. Il vero e costruttivo ”fare” suppone sempre strutturalmente un contemplare, che lo sorregge e lo motiva. Nella prassi l’uomo si svuota di sé; nella contemplazione, invece, si riempie dell’Assoluto. Inoltre, l’uomo di oggi non conosce le ansie del ”permanere nell’essere” e del ”ritornare”: cerca di respingere in vari modi autorità e tradizioni culturali, né accetta sostegni metafisici in cui trovare la quiete dello spirito. Il suo paradigma emblematico è la velocità del correre, il fuggire da sé, l’andare oltre, e il rifiuto di tornare e di fermarsi. Ma per l’uomo di oggi che con Brecht dice: ”Non lasciatevi sedurre: non esiste ritorno”, Plotino costituisce come l’anamnesi metafisica del contrario: ”Non lasciatevi sedurre: il ritorno è il destino irreversibile dell’uomo”. Recenti studi sulla storia della scienza hanno messo in rilievo il ruolo determinante delle ”Enneadi” e del Neoplatonismo nell’affermarsi e nel diffondersi della rivoluzione scientifica e in particolare di quella copernicana. La grande rinascita che il Neoplatonismo ha avuto nell’età umanistico-rinascimentale ha contribuito alla dissoluzione di concezioni aristoteliche che facevano da supporto al paradigma tolemaico, spianando così la via alla diffusione di quello eliocentrico alternativo.